Lo scontro tra Hamas e Israele ha scatenato un’ondata di nervosismo nei mercati internazionali del gas e del petrolio.
Questa tensione ha portato a rincari più significativi nei prezzi del gas rispetto a quelli del greggio. Il conflitto in corso ha generato incertezza tra gli investitori, con i prezzi del gas e del greggio che hanno reagito in modo diverso a seconda delle fonti energetiche.
Andamento Globale
Il mercato europeo del gas, rappresentato dal TTF, ha subito aumenti più marcati rispetto al Brent, il punto di riferimento europeo per il greggio. In Italia, le tensioni internazionali e altri fattori hanno portato il prezzo del gas al record di 175,76 €/MWh il 16 ottobre. Nel frattempo, i futures del Brent per dicembre sono saliti del 4,5% a quasi 91 $ al barile.
La situazione geopolitica nel Medio Oriente ha spinto l’Arabia Saudita a dichiarare che la riduzione volontaria della produzione di petrolio continuerà, potenzialmente fino al 2024. Gli Stati Uniti e il Qatar hanno anche collaborato per impedire all’Iran di accedere a fondi significativi, riducendo ulteriormente l’offerta di petrolio sul mercato globale.
Nel frattempo, il giacimento di gas Tamar al largo di Israele è stato chiuso precauzionalmente, contribuendo ad aumentare i prezzi del gas europeo TTF, già sotto pressione a causa di sabotaggi e scioperi in diversi luoghi, inclusi Finlandia, Estonia e Australia.
Questi eventi hanno creato un clima di incertezza nei mercati del gas, rendendo preoccupati non solo gli investitori, ma anche le imprese e i consumatori. Nonostante l’Europa abbia scorte di gas relativamente piene in vista dell’inverno, i recenti aumenti dei prezzi potrebbero avere un impatto significativo, specialmente in caso di un inverno rigido.
Sfide Globali nel Settore Energetico
L’incertezza sui mercati è alimentata anche dalle minacce di scioperi degli operai degli impianti di GNL in Australia, che potrebbero influenzare l’approvvigionamento globale. Inoltre, le perdite sospette su gasdotti come quello nel Mar Baltico tra Finlandia ed Estonia hanno creato ulteriore ansia tra gli operatori.
In sintesi, il conflitto in corso in Medio Oriente ha creato un clima di incertezza nei mercati globali del gas e del greggio. Mentre i prezzi del greggio sono stati influenzati dalle dichiarazioni dell’Arabia Saudita e dalle restrizioni all’Iran, il gas è stato particolarmente colpito dalle minacce alle forniture e ai gasdotti. Questi eventi continuano a tenere gli investitori sulle spine, riflettendo l’instabilità geopolitica e l’interconnessione dei mercati energetici globali.
In tempi di crescente incertezza come questo, l’adozione di energie rinnovabili diventa non solo una scelta ecologica, ma anche una decisione strategica.
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