L’innovazione può aiutare ad accelerare la transizione energetica? È quanto hanno affermato le Nazione Uniti nel loro recente Energy Transition.
Ad oggi purtroppo le politiche economiche relative alla transizione energetica non prendo molto in considerazione l’innovazione o come si dovrebbe. Stando al report 2021 dell’International Energy Agency, la transizione per dirigersi verso l’energia pulita necessita di progressi più rapidi. Ad oggi le tecnologie, disponibili sul mercato, non sono più sufficienti per attuare una totale transizione energetica e una politica a zero emissioni.
Sicuramente è importante che l’Europa mantenga il suo vantaggio competitivo nelle varie tipologie tecnologiche, assicurandosi quote di mercato importanti. Questo ad esempio non è successo per il fotovoltaico solare. Investire quindi nella rete energetica in modo intelligente risulta una priorità, sempre per sostenere una politica sostenibile.
L’innovazione europea e la sfida climatica
L’Europa è sicuramente bene posizionata se parliamo di tecnologie green, mentre per quanto concerne l’utilizzo del digitale in materia di energia è molto meno incoraggiante.
Sicuramente le aziende americane sono più digitalizzate ed innovative rispetto a quelle europee.
In termini climatici la vera sfida è sempre il tempo, ovvero le tempistiche per realizzare la transizione energetica. Entro il 2035, stando ai programmi UE, è prevista la riduzione del 55% delle emissioni di anidride carbonica, in modo da poter raggiungere la carbon neutrality nel 2050.
Per raggiungere questi obiettivi bisogna agire sia sulla produzione di energia che sui suoi usi.
La posizione dell’Italia
In Italia il 25% delle emissioni di anidride carbonica proviene dalla produzione di energia, il 24% dai trasporti, il 12% dal residenziale, il 20% dall’industria, il 7% dall’agricoltura e allevamento, l’11% da rifiuti e servizi.
Il maggior inquinamento derivato dai trasporti proviene dal trasporto su strada, motivo per cui i veicoli elettrici ad oggi sono fondamentali.
In termini di efficienza energetica, al settore residenziale è legata la maggior riduzione di CO2. Basti pensare agli incentivi del 110% per gli interventi di efficienza energetica.
Il governo italiano si è fissato infatti l’obiettivo di produrre entro il 2030 il 70%/72% di energia elettrica tramite le rinnovabili. In particolar modo proveniente dal settore eolico e fotovoltaico. Un obiettivo ambizioso ma in linea con le linee guida europee.
Purtroppo gli ultimi rincari di gas dimostrano come ad oggi ci sia una forte esigenza di far crescere le rinnovabili, in quanto è proprio al gas che è legata gran parte della nostra produzione di energia elettrica.
L’efficienza energetica
Se parliamo di efficienza energetica non possiamo che inserirla nelle politiche inerenti al clima. Con l’obiettivo di ottenere un sostanziale aumento dell’elettrificazione degli usi finali dell’energia e la trasmissione e distribuzione dell’energia tramite la rete elettrica intelligente.
Per poter finalmente ridurre le emissioni, dobbiamo necessariamente impegnarci sulle cosiddette “attività abilitanti”.
Sicuramente la più grande sfida della transizione ecologica è quella dei suoi effetti sull’inclusione sociale e sull’occupazione.