La crisi climatica sta creando nuovi rischi sociali che colpiscono le persone più vulnerabili. Per affrontare la povertà energetica, il Forum Disuguaglianze e Diversità propone un rinnovamento del welfare.

Questa visione punta a trasformare i “luoghi di vita” in spazi che permettano una transizione energetica sostenibile, rispondendo ai bisogni delle persone e coinvolgendo attivamente comunità e territori. Il progetto nasce da due anni di ricerca locale e dal contributo di organizzazioni come Caritas, Legambiente e Kyoto Club, mirando a integrare dimensioni sociali e ambientali nelle politiche nazionali ed europee.

Tre ambiti per contrastare la povertà energetica

Il documento del Forum identifica tre settori chiave per contrastare la povertà energetica:

1. Sostegno economico: ampliare l’accesso al Bonus sociale per elettricità e gas, integrando criteri come il disagio fisico e le caratteristiche climatiche dei territori.
2. Soluzioni tecnologiche accessibili: istituire un piano nazionale per incentivare interventi a livello di comunità e potenziare l’edilizia residenziale pubblica, rendendo più efficaci strumenti come il Conto Termico.
3. Infrastrutture sociali: rafforzare il ruolo delle comunità energetiche rinnovabili e dei sindaci nella pianificazione climatica per affrontare eventi estremi e costruire legami di solidarietà.

Questi interventi puntano a creare un modello di welfare energetico che non si limiti a misure redistributive, ma favorisca la partecipazione democratica e la resilienza locale.

L’accesso all’energia rinnovabile e all’efficienza energetica deve diventare un diritto sociale.

Il welfare energetico, come proposto, rappresenta un passo verso un più ampio welfare climatico che includa anche mobilità, salute e sicurezza territoriale.

Solo politiche ambientali che tengano conto della dimensione sociale possono evitare il rischio di accrescere le disuguaglianze.

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