L’Associazione Gruppo Impianti Solari (GIS) sembra essere insoddisfatta della situazione attuale riguardo alla diffusione delle energie rinnovabili in Italia.

Attribuisce infatti la colpa a ciò che considera problemi insignificanti. Secondo il GIS, i principali ostacoli sono legati al dibattito sulle “aree idonee” e al consumo di suolo, ma sembrano dubitare della rilevanza di tali preoccupazioni.

 

Italia delle energie rinnovabili: tra obiettivi ambiziosi e ostacoli normativi

Innanzitutto, il GIS fa notare che l’Italia ha già raggiunto una capacità installata di circa 39,5 GW di energie rinnovabili e si è posta l’obiettivo di arrivare a 80 GW entro il 2030.

Sottolineano inoltre che il trend è positivo, con un aumento della capacità installata, specialmente nel settore fotovoltaico. Ciò sembra essere dovuto a investimenti maggiori e semplificazioni nei processi autorizzativi.

Tuttavia, il GIS critica il progetto del Decreto Aree Idonee, sviluppato in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e le regioni. Temono che le restrizioni proposte potrebbero eccessivamente limitare la realizzazione di nuovi progetti.

Stimano che le regioni non dovrebbero introdurre limitazioni arbitrarie e basate su un concetto errato di consumo di suolo fertile.

 

Una proposta del GIS: destinare il 3% del territorio regionale all’energia rinnovabile

Il GIS suggerisce invece che le regioni dovrebbero obbligare i comuni a destinare almeno il 3% del loro territorio all’installazione di rinnovabili.

In questo modo, si eviterebbero complicazioni autorizzative e sarebbe possibile semplificare il processo di approvazione per le aree non soggette a vincoli. Sottolineano inoltre che l’Italia ha ampi spazi di terreno incolto o non utilizzato, che potrebbero essere sfruttati per l’installazione di impianti senza problemi significativi di consumo di suolo.

In sintesi, il GIS sembra suggerire che le restrizioni sulle aree idonee e il consumo di suolo sono problemi sopravvalutati che rallentano la transizione alle energie rinnovabili in Italia.

Ritengono che sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi di capacità installata senza complicazioni eccessive, se solo ci fosse una maggiore volontà politica di semplificare il processo autorizzativo e sfruttare le risorse disponibili in modo più efficiente.

 

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