Mercoledì 17 Febbraio è iniziata la Settimana europea della povertà energetica.
In Spagna si prevedono diverse manifestazioni in tutto il paese. La protesta è dovuta agli sbalzi e stacchi energetici continui avvenuti nei quartieri delle periferie più povere.
La settimana della povertà energetica avviene ogni anno a metà febbraio.
Ma perché é stata scelta proprio questa settimana?
In realtà bisogna ritornare indietro nel tempo, esattamente a metà febbraio del 1956. In questo periodo l’Europa affrontò una gelata e un freddo intenso per quasi un mese. Fu l’inverno più rigido di tutti i tempi, almeno per quanto concerne l’Europa. Un freddo che mise a dura prova la salute e la sussistenza dei cittadini vulnerabili, che non avevano modo e mezzi per riscaldarsi. Per questo motivo è stata scelta questa settimana, come la settimana europea della povertà energetica, dedicando questi giorni alle persone in povertà energetica.
La povertà energetica in Spagna e le proteste
Dal 2 Ottobre 2020 la baraccopoli di La Cañada Real, situata nella periferia di Madrid, dove vivono più di 4.000 persone, è senza corrente. Da qui le proteste. Anche perché si tratta di un’area in cui la temperatura che nei primi giorni dell’anno è scesa anche a meno 10,8°C, per non parlare di questa ondata di gelo.
Stando alle denunce di varie associazioni, come quella di Enginyeria sense fronteres, in Spagna ci sarebbero varie arie che vivono in condizioni similari.
Le zone più colpite sarebbero quella dell’Andalusia e della Catalogna. Relativamente alla Catalogna, grazie alla legge 24/2015, c’è una maggiore tutela per i cittadini verso gli stacchi dalla rete.
Sono quartieri dove molte persone vivono in condizioni precarie, stigmatizzate come persone migranti o zingare, e dove molte case sono collegate in modo irregolare alla rete elettrica. In queste zone i distacchi di corrente sono all’ordine del giorno e durano per diverse ore, a volte anche giorni.
Cosa dicono le aziende di distribuzione di energia elettrica? Beh sostengono che queste interruzioni sia causate dal sovraccarico della rete che si sviluppa in queste zone. Soprattutto per le connessioni non a norma.
Le associazioni però segnalano che alla base di tutto ci sia una scarsa manutenzione della rete di distribuzione. Pertanto non provvedere a una regolare manutenzione va a discapito di quelle famiglie che hanno un contratto regolare, che pagano regolarmente le bollette e che hanno a carico figli o persone anziane.
Tra l’altro sono richieste in linea con quanto varato dal Paese nel 2019 nella Strategia contro la povertà energetica, ma ancora lontane dalla realtà, viste le situazioni degli ultimi mesi.
Come sconfiggere la povertà energetica
Diverse sono le strategie per sconfiggere la povertà energetica, però ad oggi non c’è una strategia condivisa da tutti e con la stessa efficacia. Anche la definizione di povertà energetica non è univoca.
Solitamente la persona povera da un punto di vista energetico è anche colei che consuma di più nello svolgere le sue attività giornaliere. Il motivo? Perché sicuramente è una persona che non ha a sua disposizione strumenti ad alta efficienza energetica per raffrescare, riscaldare o illuminare. Non ha i mezzi per acquistare strumenti adeguati e utilizza così strumenti vecchi e più energivori.
In Belgio, per risolvere questa problematica, una cooperativa sociale Papillon in collaborazione con Bosh, fornisce in leasing gli elettrodomestici, in modo da garantire mezzi performanti ed efficienti a un costo mensile accessibile anche per le famiglie in difficoltà.
Qui in Italia le comunità energetiche realizzate con energie rinnovabili possono rappresentare un valido strumento per produrre energia a un costo accessibile, se non gratuito.
Da anni esistono anche dei bonus che vengono forniti sotto forma di sgravio nelle bollette di luce, gas e acqua. Bonus interessati ma che hanno anche delle limitazioni.
Quali? La stessa forma di elargizione economica supporta la persona o la famiglia in difficoltà, ma non aiuta l’intero nucleo familiare. In più dal 2021 il bonus viene erogato automaticamente alle persone con Isee inferiore a € 8.800, ma in realtà c’è una lacuna nella attivazione di tale servizio previsto dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Una questione sollevata dalla Autorità garante della privacy.
Sicuramente come abbiamo visto elaborare una strategia sinergica, unendo tutte le informazioni e strumenti a disposizione, sarebbe l’arma migliore per ridurre questo fenomeno. Certo è che non è semplice metterla in pratica. Noi però vogliamo essere positivi, soprattutto perché crediamo e supportiamo la transizione energetica.