Ad oggi il mercato dei sistemi di accumulo e degli inverter si sta evolvendo e cambiando.
Le aziende presenti sul mercato propongono prodotti sempre più performanti e dotati di innovative funzionalità, adatte a diverse esigenze residenziali, ma anche per impianti di grande taglia.
Vediamo insieme in che modo un inverter fotovoltaico si integra con un sistema di accumulo.
Come funziona l’inverter fotovoltaico
L’inverter dell’impianto fotovoltaico è in grado di trasformare la corrente continua prodotta dai moduli fotovoltaici in comune corrente alternata di rete. Facendo così tutta la corrente non utilizzata viene rimessa nella rete pubblica.
L’inverter pertanto controlla il funzionamento dell’intero impianto fotovoltaico, rappresenta l’interfaccia con la rete. Possiamo identificarlo come un elemento smart che permette di immettere l’energia elettrica prodotta e di fornire i servizi di rete necessari al distributore energetico.
Per la connessione in bassa tensione gli inverter devono essere conformi alle norme CEI-0-20, mentre per la media tensione alle norme CEI-0-16.
L’inverter ibrido è anche in grado di accumulare in batterie l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, che in quel momento non viene utilizzata nell’immediato. In questo modo l’energia non consumata può essere utilizzata in qualsiasi momento, senza che sia necessario richiederla alla rete.
Ad oggi sono sistemi facili anche da installare, in quanto sono sempre più digitalizzati. Grazie a semplici APP i proprietari degli impianti sono in grado si sapere se tutto funziona correttamente. Se qualora ci fosse qualcosa che non funzionasse correttamente, in questo modo i tecnici possono intervenire anche da remoto.
I sistemi di accumulo
Stando agli ultimi aggiornamenti pubblicati da Anie Rinnovabili il 30 giugno 2021, abbiamo 50.400 sistemi di accumulo installati sul nostro territorio. Stiamo parlando quindi di 252 MWh – 405 MWh di capacità massima utilizzata.
Abbiamo due tipi di sistemi di accumulo: lato produzione e post produzione.
I primi controllano contemporaneamente l’impianto che le batterie. Si tratta pertanto di un unico inverter e la distribuzione dell’energia avviene in base a delle priorità. Cosa vuol dire?
Quando l’impianto è attivo vengono solitamente privilegiati i carichi attivi, o meglio il fabbisogno di energia di cui necessita l’abitazione. Questo vuol dire che se l’energia prodotta è in eccesso, l’inverter carica le batterie. Quando invece l’impianto fotovoltaico non produce energia, il sistema la preleva dalle batterie.
I sistemi post-produzione sono installati in un secondo momento dall’impianto fotovoltaico. Di fatti stanno sul lato corrente alternata. Cosa vuol dire? Semplice un kit costituito da un inverter e batterie si aggiunge all’impianto esistente. In questo modo l’inverter dell’impianto fotovoltaico rimane, sempre che sia compatibile con quello del sistema di accumulo.
Le batterie
I sistemi di accumulo funzionano grazie alle batterie, che immagazzinano l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico.
Ad oggi abbiamo due tipologie di batterie più diffuse, quelle al litio e quelle al piombo.
Le batterie al piombo sono sicuramente quelle più economiche e sono affidabili, però durano meno, sono ingombranti e necessitano di essere collocate in locali areati. Questo perché producono gas idrogeno durante la fase di carica. Funzionano bene solo se scaricate fino al 509% della loro capacità di accumulo nominale.
Le batterie agli ioni di litio invece sono leggere e poco ingombranti. Durano sicuramente di più, ma sono più costose. La percentuale di scarica può arrivare fino all’80% della capacità nominale, garantendo un numero di cicli maggiore, durano pertanto di più.
Ad oggi i sistemi storage godono non solo della detrazione del 50%, ma anche del superbonus 110% e sconto in fattura del 50%.
Questi ultimi hanno sicuramente trainato il mercato dello storage e quello delle rinnovabili in generale, con una velocità mai vista negli ultimi anni.
Alcune delle proposte che troviamo sul mercato
Sul mercato sono presenti diversi marchi tra cui FIMER, Fronius e Solarwatt, GoodWe, Growatt, Solaredge, Viessmann, Zucchetti Centro Sistemi e molti altri.
Nello specifico Fronius e Solarwatt collaborano a sostegno dell’autoconsumo, con Fronius Primo per gli impianti domestici e Fronius Symo per impianti commerciali. Questi inverter si integrano con la batteria di accumulo di Solarwatt, configurabile, espandibile e modulare a seconda delle esigenze.
Fronius Primo e Symo si caratterizzano per la massima flessibilità di configurazione, resistenza e affidabilità.
Energy Bank è la nuova batteria residenziale ad alta efficienza SolarEdge, che assicura 9,7 kWh effettivi di accumulo di energia e si può collegare in parallelo con un massimo di altre 8 batterie.
Infine Azzurro è l’inverter fotovoltaico di ultima generazione di Zuchetti che unisce intelligenza informatica e smart. La potenza di carica e scarica è stata aumentata a 5 kW, in modo da ottimizzare in ogni situazione la resa del sistema e l’autoconsumo. In caso di black-out elettrico interviene la modalità di supporto stand alone, ultimamente potenziata e migliorata.