Si sente spesso parlare della tecnologia blockchain e delle opportunità che offre.

La blockchain è una struttura dati condivisa e immutabile, infatti una volta scritta, una informazione non può essere modificata senza alterare l’intera struttura. La blockchain è capace di far interagire in maniera autonoma e trasparente un numero infinito di soggetti di una filiera.
La prima blockchain nasce nel 2008 con l’obiettivo di funzionare da “libro mastro”, ovvero tenere traccia di tutte le transazioni della criptovaluta BitCoin.

Presto ci si accorse che l’architettura blockchain poteva avere nuove applicazioni anche in altri ambiti oltre a quello delle cripto valute.

Tra questi il settore energetico e in particolare quello della generazione elettrica distribuita da energie rinnovabili.

In Italia, come in altri paesi quali Germania e Singapore, l’applicazione di questa tecnologia ai flussi energetici è ancora in fase di sperimentazione.

Blockchain e sperimentazione in Italia

Il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo in collaborazione con i partner industriali Exalto Energy & Innovation e Regagrid, ha messo a punto il progetto BloRin, una piattaforma tecnologica basata sulla blockchain. Le prime sperimentazioni avranno inizio nelle isole di Lampedusa e Favignana.

Si tratta di blockchain “private” accessibili solo se autorizzati da un amministratore, contrariamente a quella di Bitcoin che è pubblica, autonoma e aperta a tutti.
Ma nonostante questa caratteristica che ne riduce l’autonomia, si teorizza che possano dare un contributo importante allo sviluppo del settore delle rinnovabili.

Il progetto BloRin realizzerà una piattaforma online dove i “prosumer”,  i singoli produttori/consumatori di energia, potranno gestire i flussi energetici in ingresso/uscita mettendo a disposizione i propri impianti, siano essi fotovoltaici, accumulatori, colonnine di ricarica veicoli elettrici, in modo da coordinare in tempo reali questi flussi con i distributori di energia elettrica in base alle necessità della rete.

L’infrastruttura e gli elementi della blockchain del progetto BioRin dovrebbero essere pronti per la sperimentazione entro la fine del 2021.

La sperimentazione a Lampedusa e Favignana

Una micro-rete di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo verrà testata a Lampedusa, dove la blockchain sarà impiegata per gestire la domanda degli utenti finali, aggregare i carichi sulla rete e intercettare ed eliminare le situazioni di picco problematiche per la fornitura di servizi innovativi di Demand Response.

La blockchain non sarà solo un registro passivo di dati in questo caso, ma si occuperà di eseguire i protocolli informatici che gestiscono le transazioni in base agli accordi tra i partecipanti al programma.

Nell’isola di Favignana la blockchain gestirà i flussi di energia fra un veicolo elettrico e la rete elettrica, il cosiddetto modello “Vehicle-to-Grid”.

Nel complesso la tecnologia blockchain quindi verrà utilizzata per gestire gli scambi di energia tra i prosumers, per effettuarne  l’aggregazione, per fornire servizi di bilanciamento.

Il progetto BloRin ha l’obiettivo di utilizzare i dati raccolti nella sperimentazione per replicarli su scala più grande nel resto del paese e aiutare la creazione e la diffusione di comunità di energia rinnovabile  e delle “comunità energetiche”, da poco varate in Italia.