L’Italia ricicla il doppio degli altri Paesi europei, arrivando fino al 79,4%, il doppio rispetto alla media europea, in termini di riciclo. Ottiene così un risparmio annuale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e pari a 63 milioni di tonnellate di CO2 emesse.

Anche il ministro Cingolani si è espresso così: “siamo best in class”, Tutto questo grazie alla nostra tradizione rivolta al risparmio e al recupero dei materiali.

 

Il Rapporto GreenItaly sul riciclo

Dall’ultimo rapporto GreenItaly, risulta infatti che il nostro Paese riesce a far meglio di altri Paesi nella filiera del riciclo dei materiali.

Dal Rapporto risulta inoltre che chi è più green è più resiliente. Dunque le strategie imprenditoriali che puntano sulla sostenibilità e sull’economia circolare sono premianti. Nel 2021 il 14% delle aziende che hanno investito sulla sostenibilità è riuscito ad aumentare il proprio fatturato. Al contrario del 9% delle imprese non green.

Inoltre le stesse imprese che hanno investito sulla green economy hanno evidenziato un vantaggio competitivo in termini di posti d’impiego. Di fatti nonostante la pandemia e nuove assunzioni sono sempre green e le figure selezionate sono sempre qualificate.

Ma queste aziende da cosa sono motivate per migliorare le loro performance?

Dal rapporto si evidenzia che “queste imprese hanno un dinamismo sui mercati esteri superiore al resto del sistema produttivo italiano, innovano di più e assumono più personale”.

Green e digitale in questo caso insieme rafforzano la capacità competitiva delle aziende italiane. Di fatti nel 2021 le imprese eco-investitrici 4.0 hanno incrementato il loro fatturato.

La pandemia non ha frenato gli investimenti green, in quanto gli imprenditori sono sempre più consapevoli dei vantaggi competitivi legati alla transizione ecologica. La nota dolente però, come spiega il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, sono ancora troppe le aziende che vedono la transizione più come un vincolo che un’opportunità. “Sarebbe necessario intervenire con corsi di formazione, sulla diffusione di una cultura d’impresa più sostenibile; sull’accesso al credito bancario per facilitare il reperimento di risorse destinate investimenti ambientali; sulle norme e sulla fiscalità”.

 

L’efficienza energetica e le fonti rinnovabili del nostro paese

Le fonti rinnovabili continuano a crescere, nel 2020 in Italia il 37% dei consumi elettrici è stato soddisfatto proprio da queste fonti.

Negli ultimi 5 anni sono 441mila le imprese italiane che hanno investito sulla green economy e sulla sostenibilità. I green jobs nel 2020 sono stati 3,1 milioni, pari al 13,7% degli impieghi.

Purtroppo però siamo ancora lontani dai target di neutralità climatica previsti per il 2030.

Si tratta però di un’Italia che può farcela e che non si spaventa delle sfide che deve affrontare. Come si è anche espresso Cingolani “Siamo best in class nella circolarità, nel riciclo. Anche grazie a quanto abbiamo nella nostra storia: la tradizione popolare di parsimonia, la sobrietà e la volontà di recuperare”. Si trattano tutti di elementi che nel ragionamento del ministro devono trasformarsi in un modello di sviluppo, grazie alla tecnologia.

 

Gli investimenti previsti per l’economia circolare

Il think tank Was chiede di fare attenzione alle distorsioni di mercato, visti i 2,1 miliardi di fondi del Pnrr messi a disposizione per i rifiuti e l’economia circolare. Bisogna evitare ad esempio che generino negativamente le attività a libero mercato.

Bisogna dire che l’Italia è la nazione che intende destinare la quota più alta di risorse al settore del waste management, probabilmente anche per la presenza di aree ancora piuttosto arretrate rispetto alla media europea.

Si prevedono inoltre investimenti per 2,6 miliardi da investire in impianti, gestione, progetti ed efficienza.

Nello specifico si parla di 1,5 miliardi per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento di quelli esistenti destinati a Comuni ed enti d’ambito. 600 milioni per la realizzazione di progetti faro di economia circolare per rafforzare ed implementare le filiere industriali strategiche e sopperire alla scarsità di materie prime il cui consumo avviene per il 65% proprio nelle città.

Sono previsti inoltre 500 milioni per dotare il nostro Paese di strumenti tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture.

La nostra speranza che tutti gli obiettivi siano raggiunti, ora più che mai.